Dopo le consultazioni (e il prevedibile "no" a Bersani), Beppe Grillo è tornato ad attaccare la classe politica dal proprio blog. Lo ha fatto con un post intitolato I figli di NN nel quale afferma che le «nuove generazioni sono senza padri», figlie di «vecchi puttanieri che si sono giocati ogni possibile lascito testamentario indebitando gli eredi». L'inizio della Seconda Repubblica aveva illuso molti. Il terrore robespierrano di Tangentoli non è servito. L'Italia - e in ciò ha ragione il comico genovese - è un Paese in cui la totalità del ceto politico ha tessuto e disfatto per l'intera Seconda Repubblica una Tela di Penelope rimasta incompiuta.
Nel suo Contro i papà, anche Antonio Polito denuncia i padri. Ma l'editorialista del Corriere non si limita - come Grillo - a un demagogico e populista «vi manderanno a casa». Anzi, con un'analisi profonda, offre una speranza per il presente e il futuro. Come si evince dalla presentazione del volume tenuta a Milano qualche mese fa:
Beppe Grillo e Antonio Polito. Un problema simile, due soluzioni sensibilmente diverse. Da una parte il "vaffa", dall'altra l'educazione. I figli di NN - che, comunque, sono sempre 'nostri' figli - hanno bisogno di ribellione (ossia un altro '68 da tradire) o di una speranza?
* Questo post è già stato pubblicato su Linkiesta il 27 marzo 2013.
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