Despair is the fate of the realists who know something about sin, but nothing about redemption.
Self-righteousness and irresponsibility is the fate of the idealists who know something about the good possibilities of life, but know nothing of our sinful corruption of it

(Reinhold Niebuhr)

giovedì 8 marzo 2012

Il naufragio dello Ius Gentium







Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i due marò del San Marco accusati di aver ucciso dei pescatori lo scorso 15 febbraio, sono in un carcere in India dal 6 febbraio. Il fatto è avvenuto in acque internazionali, i nostri soldati hanno agito nell'ambito delle loro funzioni (quindi, sono naturalmente soggetti alla legge italiana), ma l'India contro ogni norma di diritto internazionale e marittimo li tratta alla stregua di delinquenti comuni.
Le tensioni diplomatiche tra Italia e India possono creare un pericoloso precedente. E mettere in crisi uno strumento di lotta alla pirateria. Stupisce non solo che ciò avvenga tra tre snodi strategici fondamentali per il commercio internazionale (ossia il Canale di Suez, lo Stretto di Hormuz e quello di Malacca), in cui dovrebbe essere garantita grazie alla cooperazione internazionale e nell'interesse collettivo una via di navigazione sicura, ma anche che - per convenienze politiche interne - a determinare una tale situazione sia l'India. Una nazione che tra gli emergenti Paesi Brics rappresenta un punto di riferimento - certo pieno di limiti e incongruenze - per l'intera comunità internazionale.
Per il momento, la situazione appare confusa e in divenire. Tuttavia, ci auguriamo che l'Italia faccia sentire con ancora più forza la propria voce, affinché per i nostri marò si apra una speranza e non un incubo. Inoltre, speriamo che lo Ius Gentium venga presto tratto in salvo da un sicuro naufragio.   





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