Despair is the fate of the realists who know something about sin, but nothing about redemption.
Self-righteousness and irresponsibility is the fate of the idealists who know something about the good possibilities of life, but know nothing of our sinful corruption of it

(Reinhold Niebuhr)

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domenica 3 marzo 2013

Pd-PdL: l'alleanza inevitabile


Forse, in maniera un pò folle, ci credeva davvero. Molto probabilmente, stava solo (abilmente?) dissimulando. Ma Bersani ci ha provato ad aprire a Grillo. Gli è andata male. Com'era ampiamente prevedibile. La forza del movimento del comico genovese è di muoversi come un partito "anti-sistema", anche quando nel sistema istituzionale - comunale, regionale e, infine, nazionale - è ormai entrato.
Il Pd è spiazzato dal deludente risultato elettorale. Bersani è rimasto con il 'cerino' in mano. Grillo continua nella sua lucida - che, tuttavia, dovrebbe far ampiamente riflettere - strategia politica. Berlusconi aspetta sornione - mostrandosi paradossalmente il più vicino agli auspici degli altri Paesi europei - il momento in cui il Segretario del Pd dovrà sedersi con lui intorno a un tavolo per trattare. Una trattativa che deve però rivelarsi seria, finalmente liberata dalla contrapposizione ideologica in cui è stata immersa per tutta la Seconda Repubblica.

Se per entrambe le coalizioni il ritorno alle urne potrebbe rivelarsi assai pericoloso, finendo per premiare ulteriormente il M5S, non rimangono molte alternative. L'unica strada percorribile è quella di un accordo tra Pd e PdL. Una strada rischiosa, perchè, qualora dovesse bruscamente interrompersi nel giro di pochi mesi (o, al massimo, un anno), potrebbe avvantaggiare irrimediabilmente Grillo. Una strada da intraprendere, magari fissando già un limite temporale entro il quale modificare la leggere elettorale e approvare misure urgenti per dare ossigeno a famiglie e imprese. Potrebbe non bastare. Lo tsunami di Grillo potrebbe crescere a dismisura con imprevedibili - forse, terrificanti - conseguenze. Il comico genovese si è sempre detto "in guerra".  Anche il Pd e il PdL, cercando di rispondere in maniera credibile alla diffusa crisi della rappresentanza che attanaglia il nostro Paese, dovrebbero esserlo. Magari, firmando un patto, un'alleanza inevitabile.

Questo commento è già apparso su Linkiesta il 27 febbraio 2013



martedì 6 marzo 2012

Pensavo fosse amore invece era un Carroccio






L'allenza con la Lega è finita. Il PdL va per la sua strada già dalle prossime amministrative. Una scelta forte quella che il segretario Angelino Alfano ha annunciato da Castellammare di Stabia. Una decisione ardita - molto simile a una traversata nel deserto, anche perché sulle alleanze si naviga ancora a vista - per il PdL, ma certamente un possibile colpo di grazia per la Lega. Quest'ultima, infatti, presentandosi da sola anche alle amministrative, perderà non solo il suo "potenziale di coalizione", ma anche quello di "ricatto". In altri termini, esiste il concreto rischio per la Lega di scomparire come forza di governo sia politico, sia amministrativo. Una sorta di ritorno alle origini del movimento padano, che però assomiglia assai più a un fatale fischio finale. Parafrasando il titolo di un bel film di Massimo Troisi, "pensavo fosse amore invece era un Carroccio".