Despair is the fate of the realists who know something about sin, but nothing about redemption.
Self-righteousness and irresponsibility is the fate of the idealists who know something about the good possibilities of life, but know nothing of our sinful corruption of it

(Reinhold Niebuhr)

giovedì 18 dicembre 2014

Il nuovo «uomo invisibile». Recensione a Expulsions di Saskia Sassen



Questa recensione a S. Sassen, Expulsions: Brutality and Complexity in the Global Economy, Belknap Press/Harvard University Press, Cambridge (MA) 2014, è già stata pubblicata su Globus et Locus il 15 dicembre 2014.


Nel 1897, con il romanzo fantascientifico The Invisible Man, lo scrittore britannico Herbert George Wells creò un personaggio destinato a rappresentare una fonte d’ispirazione per numerosi altri racconti. Il protagonista della storia, Griffin, è un soggetto colpito da esclusione sociale, che vive già ai margini di un sistema, dal quale decide ‘autonomamente’ di uscire attraverso l’invisibilità. Ai giorni nostri, invece, esiste un altro tipo d’invisibilità, che non riguarda la fantascienza...



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