A Natale mi regalano molti libri. Così, ogni anno, torno
sempre a casa con una borsa piena di volumi. Sarà per tradizione, sarà per
pigrizia. D’altronde, quale regalo migliore per un ricercatore universitario? La
risposta potrebbe sembrare banale, ma non lo è. E, poi, anch’io ho l’abitudine (forse,
anch’essa un po’ banale) di donare libri agli amici. Dopo aver messo piede in
una libreria, infatti, non c’è attività più divertente di mettere insieme le
idee e andare alla ricerca di un volume. Non di un volume qualsiasi, ma proprio
di quello che è lì ad aspettarti, anche se tu (momentaneamente) non ne conosci ancora
titolo e copertina. Non vi è mai capitato? Posso assicurarvi che è davvero
un’esperienza interessante. Domandando così perdono ad Andrea
Rossetti per l’intrusione, mi permetto qualche suggerimento per le
vacanze natalizie.
Non preoccupatevi, non vi segnalerò
noiosi testi di politologia. E ciò non solo perché a Natale siamo tutti più
buoni, ma anche e soprattutto dal momento che molto spesso in questi anni sotto
l’albero mi sono trovato a scartare libri di sport. In particolare, dedicati al
calcio.
Il primo consiglio di lettura è per i veri maniaci del
calcio. È un saggio impegnativo. Ma, al tempo stesso, assai gradevole. Due
estranei al mondo del pallone, come Sergio Salvi e Alessandro Savorelli,
dedicano Tutti i colori del calcio (Le
Lettere 2008, pp. 226, 19 euro) a un’attenta ricostruzione dell’origine e
dell’evoluzione dell’araldica del calcio. I due autori accompagnano il lettore
tra aneddoti e curiosità alla scoperta delle radici storiche di maglie da gioco
dei club e simboli societari. È inutile sottolineare che tutti coloro i quali
desiderano stupire gli interlocutori con dettagli non comuni sul ‘colorito’
universo calcistico possono trovare in questo volume un imprescindibile contributo.
Agli
appassionati di storia è consigliata la seconda proposta. Nelle commoventi
pagine di Spartak Mosca (Il melangolo
2005, pp. 158, 9 euro), Mario Alessandro Curletto conduce il lettore alla
scoperta dell’avventura sportiva e del dramma esistenziale dei quattro fratelli
Starostin. Lo sfondo della narrazione è l’URSS di Stalin. I protagonisti sono
non solo i campioni dello Spartak Mosca, ma anche gli uomini del potere
sovietico come Lavrentij Berija (prima appassionato giocatore di calcio, e,
poi, crudele capo dell’NKVD). Insieme ai compagni di squadra, gli Starostin vivono
a causa della loro professione di calciatori anche l’esperienza dei gulag. Una trama di storie vere sullo
sfondo di uno dei più inumani regimi totalitari del Ventesimo secolo, che non
lasciava liberi gli uomini nemmeno nel mondo del calcio. Un libro stupendo.
Per gli amanti della letteratura sarà
invece un vero e proprio spasso leggere Anticipi,
posticipi (Italic 2011, pp. 188, 14 euro) di Antonio Gurrado e Francesco
Savio. Due giovani autori, accomunati dalla comune
passione per il calcio. Il primo milanista, il secondo juventino. Il libro
raccoglie le loro settimanali scorribande nella Serie A 2010-2011 per la
rubrica “Quasi
rete”, blog letterario della Gazzetta dello Sport. Gurrado ripercorre con la memoria e
un’irresistibile ironia pugliese le giornate del passato, scavando nella
memoria personale e nella storia del calcio italiano. Savio traguarda il futuro
insieme a uno scrittore sempre diverso e a uno humour più inglese (ma di
matrice fieramente bresciana). È un volume strano, ma assolutamente da avere
nella propria libreria, che va assaporato giornata dopo giornata. Esattamente
come le domeniche del campionato di calcio. Proprio perché ogni domenica è una
storia a sé.
Infine, non poteva mancare il capolavoro – la cui prima
edizione è del 1995 – di uno dei più grandi e rimpianti giornalisti italiani. Il più mancino dei tiri (Il Mulino 2006,
pp. 125, 9 euro) di Edmondo Berselli è semplicemente geniale. È un libro che
parla (anche, ma non solo) di calcio. Potrebbe essere quasi un trattato di
filosofia politica, seppur venato di un’ironia pungente e incontenibile. Infatti,
è un libro «serissimo» (come l’ha sempre considerato, pur non comparendo nei
ringraziamenti, il mio maestro accademico, che me ne ha suggerito la lettura
qualche anno fa). Dal “piede sinistro di Dio”, il leggendario Mariolino Corso
(colui che ha inventato la “maledetta” di Andrea Pirlo prima di Pirlo, infatti
l’avevano denominata punizione a “foglia morta”), si parte per uno spassoso
viaggio nella storia italiana. Tra politica, società e sport non si può non
aver letto il volume uscito dalla tagliente penna dell’autore emiliano.
Non c’è
nient’altro da aggiungere. Buona lettura!
Questo articolo è già stata pubblicata su www.contropiede.net il 28 dicembre 2012.
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